filmati restauro (chitarra del nonno – 1)

 

Inizia il restauro della chitarra del nonno.
Non è un lavoretto semplice, quindi prenderà diverso tempo in varie fasi.
Pertanto questo è solo il primo di più articoli al riguardo nei quali cercherò di tenervi al corrente delle varie operazioni e delle modalità di esecuzione.
Se ne avete voglia, guardatevi i filmati, andando veloci sul primo che è senza commenti vocali.

 

restauro 1 restauro 2 restauro 3

 

finitura dei legni

La penultima fase della finitura la eseguo con un sistema semplice ed efficace: carteggiatura con grane sempre più fini, sia a secco che a umido, fino a ottenere una superficie tanto liscia da poter essere lucidata col sistema preferito. Alcuni useranno la lucidatura a spirito (alcool con pochissima gommalacca, difficile da eseguire bene) altri invece useranno un “polish compound” (pasta abrasiva) più o meno specifico e più o meno fine.
Ma adesso pensiamo alla carteggiatura. Tutto ciò che può interessare si trova nei filmati qui sotto. Preciso soltanto che le carte fino alla grana 600 sono le 3M gialle (wet & dry) che io uso a secco, mentre dalla 1000 in su sono quelle grigie della Eaglebrand (comprate da Stewmac) che io uso a umido, sia lasciandole una notte in acqua dentro una scodella per ammorbidirle, sia bagnando di tanto in tanto durante l’uso sia la superficie da trattare sia la carta stessa.
La lucidatura finale si può fare indiversi modi, ma finora ho usato con successo quello che vedete nel terzo fimato, cioè un “polish compound” fine della StewMac, una pasta abrasiva tipo quella dei carrozzieri, in grana finissima, unita a molto olio di gomito (questo non si trova in commercio).

Se avete metodi migliori da suggerire… accetto consigli.

 

carteggiatura 1 carteggiatura finale lucidatura

 

lesson learned (cosa ho imparato finora)

Niente come sbatterci la testa insegna qualcosa. E io ho imparato, e vi raccomando:
1-abbiate pazienza, una pazienza inumana, e la liuteria è un’ottima scuola al riguardo. La pazienza non riguarda solo il “fare” le varie cose ma anche, e soprattutto, “aspettare” il tempo richiesto tra una operazione e l’altra. Ad esempio le attese tra una mano di finitura (gommalacca o vernice) e l’altra sono importantissime anche se stressanti. Sia perchè solo dopo questo tempo si vede il risultato parziale, sia perchè il tempo di asciugatura è fondamentale per l’indurimento perfetto del prodotto che si è usato, e quindi per la buona riuscita della mano successiva. Non fatevi prendere dalla fretta! Sarete ripagati.
2-non fate acquisti inutili. Solo dopo aver acquistato un attrezzo scoprirete che è inutile (al peggio) oppure, mel migliore dei casi, che la stessa cosa si può fare con attrezzi di basso costo o autocostruiti. E’ pur vero che gli attrezzi concepiti appositamente per certi lavori di liuteria consentono una esecuzione più veloce o più “perfetta”, ma questo non ha senso se non siete professionisti che devono produrre per commerciare. Per chi, come me, fa queste cose per passione (anche se dopo tenterò di vendere i miei prodotti) è inutile riuscire a produrre 3 chitarre al mese. E’ molto più interessante farne una in tre mesi… anche perchè bisogna lavorare per mangiare, e questo è solo un hobby. E si sa che gli hobbies costano!
3-non cercate da subito i materiali migliori, legni pregiati, meccaniche perfette, eccetera. Avrete tempo per costruire la chitarra perfetta. Per ora accontentatevi di un livello medio-buono. Ho scoperto ad esempio che ci sono in circolazione chitarre di grandi marche fatte col fondo e le fasce in compensato, quindi…perchè partire da subito con i legni massello, che non solo costano ma sono più delicati e facili da rovinare?

French polishing (finitura a gommalacca)

la mugneca

La chitarra è montata, cioè corpo e manico sono uniti. Manca la tastiera, il nut (capotasto) e l’osso del ponticello, ma prima preferisco chiudere la finitura dei legni. Dopo alcuni esperimenti con le vernici e le lacche sintetiche, ho deciso di passare alla finitura a gommalacca (detta anche “french polish”), sia perchè rientra nella tradizione, sia perchè lascia intatte tutte le qualità sonore del legno. Ciò vale per la soundboard (tavola armonica) mentre le fasce e il fondo non contribuiscono alla qualità del suono, ma la gommalacca le rende più uniforni al tutto e lucida meglio. E quindi la finitura sarà così fatta: sulla soundboard solo gommalacca (da 4 mani fino a 8), sulle fasce e sul fondo (mogano africano o palissandro indiano) sarà opportuno dare due mani di grain filler per turapori e quattro di sanding sealer per lisciatura. L’abete del Trentino o il Cedro canadese sono a poro chiuso e quindi non necessita del pre-trattamento.
Nei tre filmati si vede quali materie prime e attrezzi servono e come procedere per dare la gommalacca con la mugneca (a tampone).